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Torino, tenta di avvelenare il figlio di 15 mesi con tranquillanti nel biberon poi si taglia le vene

Una mamma di 42 anni di Venaria Reale, alle porte di Torino, prima ha provato a uccidere il figlio di appena 15 mesi avvelenandolo con delle pastiglie di tranquillanti nel biberon e poi ha tentato il suicidio. Entrambi ricoverati in ospedale, non sarebbero in pericolo di vita. Indagini in corso da parte delle forze dell’ordine per ricostruire i motivi e la dinamica del gesto.
A cura di Ida Artiaco
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Dramma alle porte di Torino, dove una mamma di 42 anni ha prima tentato di uccidere il figlio di appena 15 mesi di vita inserendo delle pastiglie di tranquillanti nel suo biberon e poi ha provato a suicidarsi tagliandosi le vene. È successo nel primo pomeriggio di oggi, venerdì 15 novembre, in un appartamento di via Amati 25, quartiere Altessano della zona popolare di Venaria Reale. Entrambi sono stati trasportati in pronto soccorso e ricoverati, lei all'ospedale di Rivoli, dove è piantonata dalle forze dell'ordine, e il piccolo al Regina Margherita di Torino. Tuttavia nessuno dei due sembra in pericolo di vita.

Il bimbo, le cui condizioni inizialmente apparivano gravi, sarebbe già uscito da una fase più critica e al momento è ricoverato nel reparto di pediatria, sveglio e cosciente, anche se resta sotto osservazione. Anche la donna sarebbe fuori pericolo. I medici le hanno suturato i tagli e l'hanno sottoposta a lavanda gastrica perché avrebbe tentato anche di avvelenarsi. A dare l'allarme è stato il marito della 42enne e papà del bambino, non appena è rientrato in casa. L'uomo ha trovato la compagna a terra con i polsi tagliati e ha chiamato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 per le cure del caso e i carabinieri, che ora indagano sulle modalità e sui motivi del gesto. Sotto sequestro è finita l'abitazione dove si sono consumati i fatti e dove nelle prossime ore avverrà un sopralluogo della scientifica per acquisire prove. Secondo le prime notizie, pare che la donna soffrisse di problemi di salute mentale dovuti a una grave forma di depressione per la quale era stata anche in cura.

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