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La Bibbia 3.0, l’archivio sul web con foto e video di minorenni nude: scattano denunce

4,04 Gb per 10.380 file divisi in 507 cartelle: foto e video a carattere pedopornografico scaricabili con un clic su Google. La Bibbia (che del libro sacro ha solo l’enorme mole di contenuti) sta sconvolgendo la vita di centinaia di ragazzine italiane.
A cura di B. C.
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Immagini gore, numeri di telefono di personaggi famosi, ma soprattutto foto e video a carattere pedo-pornografico. Si chiama La Bibbia, ma del testo sacro cristiano ha solo l’enorme mole di contenuti: si parla infatti di 4,04 GB per 10.380 file divisi in 507 cartelle. L’archivio è scaricabile facilmente su Google, ma anche su Facebook ci sono numerosi gruppi privati che lo pubblicizzano. Ad oggi, ne sono uscite ben tre versioni. L’ultima è la Bibbia 3.0, ma è probabile che a breve sulla Rete verrà caricato un nuovo file con altri contenuti.

All’origine c’è un dropbox, aggiornato periodicamente, in cui sono memorizzati i file, come spiega Il Giornale. A questo si aggiunge un link ad uno spazio di archiviazione online su Google Drive, creato appositamente per facilitarne la consultazione. Tutti i file sono stati categorizzati in cartelle dai nomi sicuramente eloquenti: “il canile”, “bagasce senza nome e cognome”, “non sapevo fosse minorenne”, “la carica delle 101”. In molti casi si tratta di semplici foto e video di ragazze la cui identità resta sconosciuta, ma “La Bibbia” vive dei “centinaia e centinaia di contributi” degli utenti della Rete, come scrivono i tre responsabili del dossier (che si fanno chiamare Gesù, Pietro e Paolo). E grazie a ciò che è stata creata la category: “bagasce con nome e cognome”: 211 cartelle con scatti hot e generalità di tante giovani che vanno a comporre il puzzle di questo enorme archivio pornografico. E nella maggior parte dei casi si tratta di ragazzine nate dal 2000 al 2002.

Il Giornale ha contattato uno dei creatori de La Bibbia. “Ho scaricato i file – ammette M. M., rispondendo alle nostre domande su Facebook – e (li ho) raggruppati in un'unica cartella” di Drive. “E’ illegale? Non temo condanne” assicura. Il materiale arriva praticamente da ogni angolo del web: gruppi Facebook, Ask, chat di Telegram e Whatsapp, iCloud. “Sì, so di esserci – dice C.M. quando le chiediamo che effetto fa vedere il suo nome – le mie foto sono su Ask”. Nessun problema anche per M.A.C., 17 anni: “Sì, sono io. Quindi?” A parlare è anche il fidanzato di una delle ‘protagoniste’ inconsapevoli de La Bibbia: “Lei ha scoperto di essere nella ‘bibbia' dopo aver ricevuto centinaia di messaggi di complimenti sui social", proprio come era successo per Linda, la ragazzina del video nella palestra di Pordenone. "Abbiamo deciso di non denunciare perché è uno spreco di soldi. Arrivati ad una situazione così, al 99% i colpevoli non si troveranno mai”. Ma da parte sua il Giornale scrive di aver già presentato denuncia alle forze dell'ordine.

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