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Caldo record in Groenlandia: 2 miliardi di tonnellate di ghiaccio sciolti in un solo giorno

In un solo giorno in Groenlandia si sono sciolti 2 miliardi di tonnellate di ghiaccio, uno dei valori più elevati mai registrati. Secondo gli scienziati il 2019 rischia di essere peggiore del 2012, l’anno in cui si verificò la perdita maggiore. I satelliti hanno anche rilevato la più bassa copertura di ghiaccio di sempre nell’Oceano Artico relativa al mese di giugno.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Lurens
Credit: Lurens

A causa di temperature anomale giovedì 13 giugno la Groenlandia ha perduto 2 miliardi di tonnellate di ghiaccio, distribuite su circa il 45 percento della calotta glaciale. Si tratta di una quantità enorme, una delle perdite maggiori mai registrate nell'Artico in un lasso di tempo così ristretto. A rendere la situazione ancor più drammatica, catalizzata dal riscaldamento globale, il rilievo della più bassa estensione di ghiaccio nell'Oceano Artico da quando esiste il monitoraggio satellitare per la metà di giugno.

Record negativo. I drammatici dati sono stati riportati nel National Snow and Ice Data Center, che monitora costantemente la situazione in Groenlandia. Secondo gli esperti i valori sono così negativi che in prospettiva il 2019 potrebbe essere un anno peggiore del 2012. Fu quello in cui la calotta glaciale della Groenlandia registrò la perdita di ghiaccio più elevata in assoluto, legata alle fluttuazioni stagionali. A indicare che si sta vivendo una situazione anomala non solo i “freddi” numeri, ma anche il fatto che i picchi di scioglimento tipici della stagione estiva sono già iniziati ad aprile, mentre solitamente si registrano tra giugno ed agosto.

Cosa sta succedendo. Le temperature registrate in alcune aree della Groenlandia – soprattutto in quelle occidentali – sono superiori di alcuni gradi centigradi rispetto alla media stagionale. Ciò è dovuto a una imponente cupola di alta pressione che si è posizionata proprio sulla regione artica, in grado di mantenere tempo sereno e costantemente soleggiato grazie all'aria umida e calda "attirata" dall'Atlantico. Ne è conseguito un deposito di neve molto minore rispetto alle medie stagionali e un'alterazione della cosiddetta albedo, il processo che riflette i raggi del sole verso lo spazio e riduce la quantità di calore assorbita dal ghiaccio. Tutto ciò si è tradotto nel drammatico scioglimento che ha visto il suo picco proprio giovedì 13 giugno.

Innalzamento livello dei mari. Lo scioglimento record rilevato è soltanto uno degli ultimi picchi negativi, che solo qualche anno fa apparivano semplicemente inimmaginabili. A preoccupare gli scienziati il fatto che questi eventi si stanno ripetendo nel tempo (come nel 2007, nel 2010 e nel 2012, gli anni peggiori in assoluto), e poiché lo scioglimento del ghiaccio della Groenlandia contribuisce in modo sensibile all'aumento del livello dei mari può rappresentare un serio pericolo per isole e aree costiere. I processi climatici in atto possono giocare un ruolo importante anche nella formazione di devastanti fenomeni meteorologici, come i tornado e le inondazioni che si verificano sulle coste degli Stati Uniti.

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