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Sea Watch, Cassazione spiega perché Carola Rackete ha rispettato la legge sbarcando i naufraghi

Depositate le motivazioni della Cassazione, sul ‘no’ all’arresto della comandante Carola Rackete per il caso Sea Wach. Rackete ha rispettato “l’obbligo di prestare soccorso in mare” entrando nel porto di Lampedusa con la sua nave, perché il suo dovere di soccorrere i naufraghi “non si esaurisce” sottraendoli “al pericolo di perdersi in mare, ma comporta l’obbligo accessorio di sbarcarli in un luogo sicuro”. Salvini attacca: “Un’assurdità”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La comandante della Sea Wacht Carola Rackete, correttamente in base alle disposizioni sul "salvataggio in mare", è entrata nel porto di Lampedusa perché "l'obbligo di prestare soccorso non si esaurisce nell'atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare, ma comporta l'obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro". È quanto spiega la Cassazione nelle motivazioni, depositate oggi, in cui viene spiegato perché ha respinto il ricorso presentato dalla procura di Agrigento contro l’ordinanza che il 2 luglio del 2019, quella che ha rimesso in libertà la comandante della ong Sea Watch Carola Rackete.

La Cassazione ha confermato quindi il ‘no' all'arresto di Rackete, accusata di aver forzato il blocco navale della motovedetta della Gdf, che cercava di impedirle l'accesso al porto.

Per gli ermellini legittimamente è stata esclusa la natura di nave da guerra della motovedetta perché al comando non c'era un ufficiale della Marina militare, come prescrivono le norme, ma un maresciallo delle Fiamme Gialle. Dunque Rackete ha agito in maniera "giustificata", in sostanza solo per proteggere le vite dei migranti, salvati da un naufragio in acque Sar al largo della Libia, che si trovavano a bordo della nave dell'ong tedesca.

"Non può essere qualificato ‘luogo sicuro, per evidente mancanza di tale presupposto, una nave in mare che, oltre ad essere in balia degli eventi meteorologici avversi, non consente il rispetto dei diritti fondamentali delle persone soccorse" , come quello di fare "domanda per la protezione internazionale", sottolinea ancora la Cassazione nelle motivazioni del ‘no' all'arresto. Gli ermellini ricordano che "la nozione di ‘luogo sicuro' non può essere limitata alla sola protezione fisica delle persone ma comprende necessariamente il rispetto dei loro diritti fondamentali". 

La replica di Salvini

L'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini passa al contrattacco: "Voglio leggere bene questa sentenza della Cassazione perché se è vero quello che leggo, che si può speronare una nave della Guardia di Finanza con a bordo cinque militari della guardia di finanza, é un principio pericolosissimo per l'Italia e per gli italiani", commenta da Chieti, a margine di una conferenza stampa elettorale. "Un conto è soccorrere dei naufraghi in mare – aggiunge Salvini – che è un diritto dovere di chiunque, un conto e giustificare un atto di guerra. Se io in Germania speronassi una nave militare tedesca, penso che giustamente sarei messo in galera. Quindi me la leggerò. Se così fosse sarebbe un pericoloso precedente perché da domani chiunque si sentirebbe titolato a fare quello che non va fatto". 

"Lei (Carola Rackete, ndr) non ha commesso reato perché al comando della nave non c'era un ufficiale della Marina militare, ma un semplice maresciallo della Guardia di finanza", spiega ancora l'ex ministro dell'Interno leggendo parte delle motivazioni della sentenza. "Quindi se c'è un maresciallo della Finanza ti posso spiaccicare contro un muro", ironizza Salvini, "Ma vi rendete contro dell'assurdità?".

Magi: "Carola andava aiutata, non ostacolata"

"La Cassazione dà un giudizio definitivo sulla vicenda dello sbarco della Sea Watch 3 a Lampedusa nel giugno scorso e sulla vicenda giudiziaria della sua comandante. Carola Rackete fu arrestata per aver salvato delle vite e aver compiuto una manovra dettata da uno stato di necessita' ignorato dal governo. Anche le forze di polizia impegnate in quei giorni e in quell'estremo e spregiudicato tentativo di impedire l'attracco al molo avrebbero dovuto conoscere le norme e le procedure e agire di conseguenza. La Sea Watch fu quindi ostacolata illegittimamente. È quello che sostenevo già allora, mentre ero proprio sulla Sea Watch 3. Carola andava aiutata e ringraziata, ora meriterebbe le scuse delle autorità italiane", afferma Riccardo Magi, deputato di Radicali +Europa.

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