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Manovra, Pd chiede lo streaming dell’esame in commissione: M5s nega la diretta web

La discussione della legge di Bilancio è ripresa con l’esame in commissione alla Camera, iniziato subito tra le polemiche. Le opposizioni hanno chiesto di rendere pubblica, in diretta streaming, la seduta della commissione, ma il Movimento 5 Stelle ha votato contro. Luigi Marattin (Pd) protesta: “Si è votato per la diretta web e M5s ha votato contro”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La manovra riparte con la discussione in commissione Bilancio alla Camera. Ma anche a Montecitorio l’iter si preannuncia difficoltoso sin dalle prime battute, con la richiesta dell’opposizione di trasmettere la sessione in streaming e il voto contrario del Movimento 5 Stelle. A denunciarlo sono i deputati del Pd e di Forza Italia, a partire da Luigi Marattin, esponente dem che su Twitter scrive: “Le opposizioni chiedono la trasmissione via web della commissione. Basta che uno voti contro e la richiesta è bocciata. Il Movimento 5 Stelle ha votato contro, e la diretta web non è quindi possibile”. Gli fa eco Maria Elena Boschi: “M5S nega la pubblicità dei lavori in commissione Bilancio attraverso il web. Non erano quelli della trasparenza? Si vergognano? Che fine ha fatto lo streaming?”.

La richiesta è partita da Forza Italia, secondo quanto fatto sapere dai deputati azzurri: “Abbiamo chiesto per massima trasparenza che i lavori della Commissione, dove si sta discutendo la legge più importante dello Stato, fossero trasmessi sulla web Tv della Camera, affinché tutti possano assistere e conoscere quanto sta accadendo. La nostra richiesta è stata sposata da tutti i gruppi parlamentari, tranne il M5s che, evidentemente ha molto da nascondere. Alla faccia della trasparenza, alla faccia di chi voleva che il Parlamento fosse una casa di vetro”. Non si è fatta attendere la risposta del M5s: “In commissione Bilancio Partito Democratico e Forza Italia hanno chiesto la trasmissione dei lavori di commissione tramite la web tv. Si tratta di una richiesta fuori dal regolamento quando la commissione è in sede referente. La trasmissione tramite web tv non è ammessa neanche con voto all'unanimità. La pubblicità dei lavoratori è prevista solo per le audizioni. Se Partito Democratico e Forza Italia pensano di poter cambiare le regole di commissione così come pensavano di cambiare la Costituzione italiana si sbagliano di grosso. Nel pomeriggio ci saranno le audizioni come richiesto, ma stravolgere il regolamento non è consentito in nessun caso”.

È lo stesso Marattin a spiegare a Fanpage.it come sono andate le cose: la richiesta riguardava solo la diretta web dell'esame della commissione e il voto è stato su quello, ma solo in un secondo momento "il presidente ha detto che la diretta web non era possibile". Quando si è votato, quindi, secondo quanto spiega il deputato dem, lo si è fatto per "accendere la diretta web, basta solo un voto contrario per negarla". E l'unico voto contrario è arrivato dal gruppo del M5s. Il voto sarebbe quindi arrivato prima della dichiarazione di Borghi sull'impossibilità di ammettere la diretta streaming.

Le audizioni e la richiesta di colloquio a Mattarella

Le opposizioni hanno chiesto di poter udire in commissione il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, l’ufficio parlamentare di bilancio e il direttore generale del Tesoro sulle norme relative al salva-banche, nonché il direttore del demanio per il capitolo dismissioni, come fatto sapere sempre da Forza Italia. La commissione ha deciso di procedere con l’audizione dell’ufficio parlamentare di bilancio alle 15, mentre l'audizione del ministro Tria non dovrebbe esserci.

Renato Brunetta, deputato di Forza Italia, ha inoltre chiesto al presidente della Camera di rivedere i tempi di approvazione per “enormi errori di copertura” e ha fatto sapere di essere pronto a chiedere un colloquio con il capo dello Stato. Per ora, però, Pd e Fratelli d’Italia spiegano che non c’è stata una decisione in merito e la richiesta verrà vagliata in base all’andamento dei lavori. Il Pd ha inoltre fatto sapere che è cominciata oggi la raccolta firme per il ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato”: domani verrà depositato.

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