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Napoli, la città abbuffata di turisti, cerca l’oro nei B&B senza regole

B&B senza regole. E Napoli rischia di perdere se stessa. La richiesta di posti letto per i turisti e il dilagare di piattaforme come airBnb ha profondamente trasformato il capoluogo campano, soprattutto il suo centro storico. I bed and breakfast e i fittacamere hanno alterato il mercato degli immobili ed espulso molti napoletani dalla zona antica. Motivo? È più conveniente ospitare i turisti e garantirsi guadagni rilevanti. In molti casi senza pagare le tasse, confidando sugli scarsi controlli. Chissà se uno dei progetti del nuovo sindaco di Napoli nel 2021 non sarà proprio quello di porre il tema di questo Nuovo Oro di Napoli.
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Abbuffata, ‘ntufata: Napoli come fa la pioggia con le pietre di tufo si è gonfiata, ma di turisti: bed and breakfast, fittacamere, case-vacanza, alberghi di lusso e alberghetti di infimo livello. Chiunque in questi ultimi 5 anni ha avuto la possibilità, ha aperto un B&b. La casa della nonna buonanima, la seconda casa dei genitori, quella di proprietà prima di trasferirsi altrove. O perché no, una o due stanze del proprio appartamento ‘per arrotondare'. Del resto dal Dopoguerra la città non ha mai nascosto la sua vocazione ad ospitare: prima era per necessità, oggi per far reddito. E come una febbre dell'oro la possibilità è diventata piano piano accessibile a tutti, potere della gig economy. Le città – in tutto il mondo, non solo a Napoli – hanno reagito in ritardo ai poteri sconfinati delle piattaforme che rendono prenotabili da ogni parte del globo posti da locare per brevi vacanze. Il capoluogo partenopeo per una serie di congiunture internazionali ha avuto una effettiva crescita del turismo con relativa necessità di posti letto. La domanda ha fatto crescere l'offerta, ma quest'ultima ha colto la città di sorpresa. Impreparata all'accoglienza sistematica, come al solito Napoli si è arrangiata: ha fatto crescere i B&b fregandosene delle leggi. I controlli? E puoi fermare il vento con le mani? No. Figuriamoci poi la voglia di far quattrini in una delle metropoli più povere d'Italia.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti, reso ancor più evidente dall'inchiesta di Fanpage.it: è bastato pochissimo, alcuni sopralluoghi in strutture ricettive, la verifica di documenti pubblici e parlare con esperti delle dinamiche urbanistiche, sociologiche ed economiche e infine chiacchierare con intellettuali che guardano con spirito interessato e critico a ‘dove va Napoli'.

E dove va, Napoli 2020? Un po' come le case particular dell'Habana a Cuba gli ospiti offrono di tutto. Ad esempio i vasci – i bassi' – terranei uso commerciale che dai tempi di Filumena Marturano avevano lo stigma dell'invivibilità, della prossimità disumana e ora diventano avventura da raccontare su Instagram. Vasciaiuolo per una notte e poi via col trolley a Capodichino. Si fotte chi resta.

L'antica vergogna del misero tetto è stata distrutta, macinata, è diventata impalpabile (per questo non analizzabile a occhio nudo) orgoglio territoriale. Una farina con la quale cucinare e servire lo stereotipo è stato facile. La velenosa pietanza così prodotta è stata adagiata sul piattino d'una metarealtà tutto sommato accettabile. La chiameremo "costruzione del fattoide Napoli a uso e consumo del turismo social media".

Ordunque, come a Cuba ci si illude di entrare in una casa locale, mangiar brodaglia e fumare sigari di contrabbando (che però immancabilmente puzzano di banano), a Napoli il B&b ha la tazzulella di caffè, la sfogliatella, il panoramino sulle case sgarrupate e le mura fracite, le canzoni neomelodiche e un po' di Gomorra insieme all'Amica Geniale: cosa c'è di reale? Poco o niente. A questo si associa l'esperienza ben infiorettata: addirittura su AirBnb,il portale principale di settore, fino a qualche giorno fa si offrivano "mafia experience", ovvero percorsi alla scoperta della camorra d'un tempo e quella attuale.

Ma insomma: cosa ci guadagna e cosa ci perde Napoli da tutta questa storia? Gli introiti sono risibili: il cavallettismo dei turisti mordi-e-fuggi è ben noto e studiato in tutto il mondo; molte strutture nate in una notte non hanno le carte in regola e non pagano tutte le tasse che devono. I controlli del Comune di Napoli sono ridicoli, la Guardia di Finanza ancora non c'è arrivata nemmeno. Si perde in identità perché i residenti, espulsi da un centro storico unico proprio perché finora popolato ancora da chi Napoli la abita, non riescono a trovar casa dove è più remunerativo fittare una stamberga a due turisti canadesi che una casa con cedolare secca ad una famiglia monoreddito.

Chi cerca casa da comprare a Napoli si è sentito dire spesso negli ultimi anni dagli agenti immobiliari che proponevano immobili da 6-7 stanze: «Dotto' voi fate l'investimento». E l'investimento  è proprio questo: ospitare turisti a prezzi sempre maggiori – ormai una notte in B&b costa quanto costava un albergo qualche anno fa – confidando nell'assenza di controlli su tasse, permessi, imposte. La speculazione è altissima e finora è andata benissimo. Chissà se uno dei progetti del nuovo sindaco di Napoli nel 2021 non sarà proprio quello di porre il tema di questo Nuovo Oro di Napoli.

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