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Banca Carige, il Senato approva il decreto che ‘salva’ l’istituto: ora è legge

Il decreto Carige, varato dal governo come intervento di salvataggio per l’istituto bancario, è stato trasformato in legge dopo l’approvazione avvenuta oggi al Senato: 209 i voti favorevoli, nessun contrario, solo 7 (i senatori di Fratelli d’Italia) gli astenuti. Ecco cosa prevede il provvedimento.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il Senato ha approvato il dl Carige, dando il via libera definitivo al provvedimento che era già passato all’esame della Camera: a Palazzo Madama il decreto ha ricevuto 200 voti favorevoli, nessun contrario e sette astenuti, i senatori di Fratelli d’Italia. Il voto di oggi è slittato di alcune ore perché era emersa la necessità di una rettifica al testo iniziale: è stato quindi necessario correggere l’errore in Gazzetta Ufficiale, riguardante un riferimento normativo interno al testo del decreto legge. Il decreto prevede il sostegno pubblico da 1,3 miliardi per il rafforzamento dell’istituto ligure, a garanzia della stabilità finanziaria e a protezione del risparmio, nel rispetto delle normative europee.

Cosa prevede il dl Carige

Il decreto ha lo scopo di offrire garanzie pubbliche sulle nuove emissioni obbligazionarie di Banca Carige, fino a un valore nominale di tre miliardi di euro. Ma anche la sottoscrizione di azioni della Cassa di risparmio fino a un miliardo. Nello specifico, contiene uno stanziamento da 1,3 miliardi, tra cui un miliardo riservato alla sottoscrizione di azioni e agli altri 300 milioni previsti come oneri legati alle garanzie statali sulle passività di nuova emissione. Il provvedimento è nato con l’obiettivo di evitare che un’eventuale perturbazione della situazione economica potesse comportare gravi conseguenze sull’istituto.

Il provvedimento prevede l’autorizzazione al Mef di concedere fino al 30 giugno 2019 la garanzia dello Stato sulle passività di nuova emissione di Banca Carige, per un valore nominale massimo di tre miliardi. Le garanzie sono limitate a quanto necessario per ripristinare il finanziamento a medio-lungo termine dell’istituto. La garanzia statale viene considerata onerosa, incondizionata e irrevocabile. In ogni caso, viene concessa al Mef rispettando il quadro delle normative europee in tema di aiuti di Stato. Nel periodo in cui la banca usufruisce della garanzia, non può distribuire dividendi, riacquistare strumenti di capitale primario o acquisire nuove partecipazioni.

Il ministero di via XX settembre può rilasciare la garanzia sui finanziamenti erogati dalla Banca d’Italia alle banche italiane per far fronte a gravi crisi di liquidità. In caso di erogazione di liquidità la banca dovrà presentare un piano di ristrutturazione per garantire anche la raccolta a lungo termine, senza dover ricorrere al sostegno pubblico.

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