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Fondi russi alla Lega

Lega-Russia, la mail di accredito a Savoini per la visita a Mosca che sbugiarda Salvini

“Agli incontri del signor ministro con le autorità russe saranno presenti anche l’onorevole Claudio D’Amico e il dottor Gianluca Savoini”. Così una mail all’ambasciata italiana a Mosca confermerebbe che la partecipazione dell’uomo ora al centro delle indagini per i presunti fondi russi alla Lega, sarebbe stata richiesta direttamente dal Viminale. Il contrario di quanto ha sempre affermato Matteo Salvini.
A cura di Annalisa Girardi
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Un articolo pubblicato oggi da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera contraddice ancora una volta il ministro dell'Interno riguardo alla partecipazione di Gianluca Savoini alla visita di una delegazione della Lega a Mosca lo scorso ottobre. Un viaggio durante il quale Savoini ha incontrato dei funzionari del Cremlino e ha discusso un accordo commerciale che avrebbe finanziato la campagna elettorale del Carroccio. Matteo Salvini ha sempre preso le distanze da quanto accaduto, ma una mail smentirebbe la sua versione dei fatti per cui Savoini non sarebbe stato invitato dal suo ministero.

Come riporta il Corriere, lo scorso mercoledì 11 luglio 2018 è stata inviata all'ambasciata italiana di Mosca una mail proveniente dal capo cerimoniale del Viminale, che informa: "Agli incontri del signor ministro con le autorità russe saranno presenti anche l'onorevole Claudio D'Amico e il dottor Gianluca Savoini". Lo stesso è stato affermato anche dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel suo intervento in Senato sul caso, in cui ha dichiarato che Savoini, pur non ricoprendo incarichi ufficiali per alcuna componente di governo, ha preso parte alla visita a Mosca su richiesta dell'ufficio del ministero dell'Interno. Il contrario di quanto invece affermato dal titolare del Viminale. Gli allegati alla relazione di Conte, a quanto riporta Sarzanini, rivelerebbero invece proprio "il ruolo di primo piano assegnato a Savoini su richiesta del Viminale per quella missione".

In base a questi elementi è possibile ricostruire meglio, passo per passo quanto accaduto. Nell'estate del 2018, a poche settimane dall'insediamento del governo, Salvini è a Mosca. Il 16 luglio 2018, al ministero dell'Interno della Federazione Russa incontra Yuri Averyanov e Alexandr Venediktov, due rappresentati del Consiglio per la sicurezza nazionale. C'è anche Vladimir Kolokoltsev, il ministro dell'Interno russo. La richiesta di colloquio era stata inoltrata pochi giorni prima, l'11 luglio, da parte del Viminale. In seguito, veniva comunicata la lista della delegazione ufficiale che avrebbe partecipata agli incontri: in questa, alla voce "Staff del ministro Salvini" appaiono sia D'Amico che Savoini. Ma quando sono scoppiate le inchieste il leader leghista ha negato la partecipazione del suo ex portavoce all'interno della delegazione ufficiale.

Il commento di Salvini

Matteo Salvini, commentando l'articolo del Corriere alla radio, afferma: "Non mando io le mail dal Viminale, se c’è vuol dire che hanno senso". E poi aggiunge: "Stiamo parlando di aria fritta. Stiamo parlando di una vicenda surreale su 3 milioni tonnellate di petrolio, quanto l’Eni ne importa in Italia: siamo seri. Non abbiamo visto né chiesto rubli, euro, sesterzi o fiorini. Se qualcuno si diverte a occuparsi di cene, io ho cose più importanti di cui occuparmi".

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