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Fratelli d’Italia organizza una cena su Mussolini nel luogo di un eccidio nazista

Ad Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli Piceno, Fratelli d’Italia ha organizzato una cena di nostalgici per celebrare la Marcia su Roma. All’iniziativa ha preso parte anche il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti. A pochi chilometri di distanza nel marzo del 1944 nazisti e fascisti trucidarono 42 persone, compresa una bambina di 11 mesi che venne bruciata viva davanti alla madre.
A cura di Davide Falcioni
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Una cena di nostalgici del fascismo, con tanto di locandina e faccione di Benito Mussolini, nel luogo in cui è stata compiuta una delle più efferate stragi nazifasciste delle Marche, l'eccidio di Pozza-Umito. L'iniziativa è stata organizzata ieri sera, lunedì 28 ottobre, ad Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli Piceno, e a curare l'evento – dedicato al 97esimo anniversario della Marcia su Roma – è stato Fratelli D'Italia, partito che esprime Marco Fioravanti, ex coordinatore provinciale molto vicino a Giorgia Meloni e oggi sindaco di Ascoli Piceno (Città Medaglia d'Oro al valor militare per attività partigiane) e l'ex primo cittadino Guido Castelli, da molti dato come probabile candidato del centrodestra alle elezioni regionali della prossima primavera.

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La cena dei nostalgici nel luogo dell'eccidio nazifascista

La cena si è svolta ieri sera al ristorante Le Terme di Acquasanta Terme, borgo duramente colpito dal terremoto del 24 agosto 2016 che ha pagato a caro prezzo la dittatura fascista: nelle frazioni di Pozza e Umito, infatti, l'11 marzo del 1944 tedeschi e fascisti trucidarono 42 persone, tra le quali 12 abitanti del posto e 30 partigiani. Tra le vittime anche una bambina di 11 mesi bruciata viva davanti agli occhi della mamma. L'episodio è così descritto dall'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche:

"L’11 marzo una colonna tedesca, malgrado la neve e cogliendo di sorpresa la banda del capitano Ettore Bianco, accerchiò Pito, Pozza e Umito. (…) Attaccarono Pozza di Acquasanta all’alba, casa per casa cercavano armi ed uomini. Incendiarono undici case di contadini accusati di aver dato ospitalità ai partigiani, razziarono cibo e denaro, ammazzarono chiunque tentasse la fuga. Otto uomini morirono davanti alle loro case, erano tutti disarmati e furono uccisi senza pietà. Intanto gli uomini trovati nascosti nelle case del paese vennero avviati verso un grosso magazzino poco distante dal paese dove li avrebbero fucilati e avrebbero poi bruciato i loro corpi. Tuttavia, inaspettatamente, i nazisti abbandonarono i loro prigionieri e si diressero verso Umito, dove i partigiani della banda Bianco stavano attaccando la formazione tedesca, la quale richiedeva rinforzi per fronteggiare l’attacco. Lo scontro fu violento, la morte del comandante tedesco indusse i tedeschi ad indietreggiare consentendo agli uomini di Bianco di sganciarsi risalendo la collina. I tedeschi persero una trentina di uomini e sfogarono la loro rabbia sulla popolazione civile, incendiando le case con bombe e bengala. In paese erano rimasti bloccati alcuni partigiani, i nazisti li circondarono e diedero fuoco alla casa in cui si erano rifugiati. Bruciarono viva anche una bambina di undici mesi, la piccola Anna Sparapani. Ecco come ricorda quei tragici attimi la madre, Domenica Sparapani: ‘Giunta nella piazzetta ho affidato i miei bambini ad alcuni parenti e sono tornata a prendere la piccola Anna, ma la mia casa stava bruciando con la mia bambina dentro. Il primo istinto è stato buttarmi tra le fiamme e salvarla, era ormai impossibile, troppo tardi. Sono rimasta lì immobile, senza poter far nulla, forse non ricordo bene, ho gridato disperatamente. Altre case nel frattempo incendiavano, i miei paesani sembravano anch'essi impazziti perché non avevano più la propria casa, le proprie cose, i viveri; ma io neppure la mia bambina".

Fratelli d'Italia: "La strage nazifascista? Una cosa accaduta il secolo scorso…"

Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno, insieme a Giorgia Meloni.
Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli Piceno, insieme a Giorgia Meloni.

Ebbene, la cena commemorativa della Marcia su Roma è stata organizzata da Fratelli d'Italia, come dimostra il logo del partito apposto sulla locandina dell'evento insieme all'illustrazione di un fascio littorio e al ritratto di Benito Mussolini. Lo stesso Luigi Capriotti, coordinatore provinciale di FDI, ha dichiarato a Fanpage.it: "Si è trattato di una normalissima cena tra amici che organizziamo ogni anno. E' passato per un saluto anche il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, che per me è come un figlio. E' rimasto un po' insieme a noi poi se n'è andato". A proposito dell'opportunità di celebrare la marcia su Roma e di farlo, oltretutto, in una città in cui è stata commessa una strage Capriotti ha commentato: "La guerra purtroppo è brutta, nelle guerre ci sono dei morti, non volevamo mancare di rispetto a nessuno. Io mi inchino davanti a tutti, ma non possiamo vivere con i fantasmi del passato. Sono cose accadute il secolo scorso…".

Di diverso avviso il deputato marchigiano di Fratelli D'Italia Francesco Acquaroli: "La realizzazione del menù presente alla cena di ieri sera ad Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli Piceno, è un’iniziativa che non ha nulla a che fare con Fratelli d’Italia e che è stata presa senza averla condivisa con il partito. Noi non ne eravamo a conoscenza e ne prendiamo le distanze”.

ANPI: "Si fermi l'apologia del fascismo"

Sulla cena non si è fatto attendere un'azione dell'ANPI, che tramite il suo presidente Pietro Perini ha inviato una lettera al Prefetto di Ascoli Piceno: "Il Comitato provinciale ANPI di Ascoli Piceno, da me rappresentato in qualità di Presidente, in seguito a circostanziate segnalazioni pervenute da rappresentanti delle istituzioni democratiche territoriali, dell’evento tenutosi ieri 28 ottobre 2019 nel Comune di Acquasanta Terme in memoria della marcia su Roma del 28 ottobre 1922 indicato come giorno “memorabile e indelebile”, divulgato dai promotori con protervia e irriverente ostentazione; ritiene ineludibile chiedere a Sua Eccellenza, in quanto più alto rappresentate nel nostro territorio del Governo della Repubblica Italiana Democratica, sgorgata dal sacrificio di coloro che si immolarono per sconfiggere la dittatura fascista cruenta e sanguinaria nata proprio dalla quella marcia su Roma che ieri è stata celebrata “come atto glorioso della storia patria cui riservare rispetto e memoria”. la verifica della legittimità di quanto accaduto, il richiamo al rispetto delle Istituzioni Repubblicane, della Memoria storica della Repubblica e soprattutto l’osservanza delle leggi che sanciscono come reato l’apologia di fascismo".

Maria Paola Alviti, dell'Istituto Storico del Movimento di Liberazione di Ascoli, ha commentato: "Celebrare il 28 Ottobre significa compiere un atto contro la nostra Costituzione: chi lo commette o possiede una scarsa e superficiale conoscenza della storia o ne fa un uso spregiudicato e propagandistico. Mi addolora, soprattutto, pensare che sia stato perpetrato, a pochi chilometri da luoghi quali Pito, Umito e Pozza in cui nel 1944, tante vittime innocenti furono trucidate dai nazi-fascisti, il che configura l’evento di ieri non come una bravata goliardica, come qualcuno vorrà farla passare, ma come uno sfregio deliberato".

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