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Pavel Durov, l’eccentrico Mark Zuckerberg russo che fa paura anche a Putin

Si chiama Pavel Durov ed è da molti stato ribattezzato il peggior nemico di Mark Zuckerberg. Ha una partita aperta anche con Putin e con Theresa May. L’imprenditore 33enne è autore di due grandi colpi nell’ambito della tecnologia: il social VKontakte e l’app Telegram.
A cura di Enrico Galletti
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Ha 33 anni, veste sempre di nero e, secondo una recente stima di Business Insider vanta un patrimonio netto di 200 milioni di euro. Si chiama Pavel Durov ed è da molti stato ribattezzato il peggior nemico di Mark Zuckerberg. Fa paura a molti, politici compresi. Perché lui, imprenditore già a poco più di trent'anni e originario della Russia, ha messo a segno due grandi colpi nell'ambito della tecnologia. Il primo è VKontakte, il social network più popolare in Russia (una sorta di Facebook), il secondo è Telegram, l'app di messaggistica istantanea crittografata.

Un autentico ribelle

Scorrendo nella biografia di Pavel Durov si scopre che da giovane venne a vivere a Torino, dove il padre faceva il professore universitario di filologia e lui frequentava la scuola primaria. La "vocazione" dell'informatica per lui è arrivata in Russia, dove è diventato un programmatore sempre più affermato. Nel 2006 ha lanciato il social VKontakte insieme al fratello Nikolai, che in pochi anni ha raggiunto quota 350 milioni di iscritti. La sua è un'autentica vita da ribelle. Adesso vive a Dubai, dove ha sede Telegram, ed è fidanzato con la modella Alena Shiskova. In tutte le foto figura vestito di nero, in linea con quell'inflessibile dress code che non lo abbandona mai.

Pavel Durov fa paura anche a Putin

Il social network sviluppato dal 33enne russo, VKontakte, viene utilizzato dai sostenitori della schiera anti-Putin per organizzare campagne a favore di Alexei Navalny, segretario del Partito del Progresso e presidente della Coalizione Democratica. Nel 2011 il governo russo era intervenuto e aveva preso alcuni provvedimenti sul social network per eccellenza. Ma Pavel Durov si era opposto, divulgando sul web la foto di un cane che mostra la lingua, con ogni probabilità in segno di sfida. Un agone mediatico che dimostrava quanto il giovane, con il suo spirito da ribelle, non avesse alcuna intenzione di stare a sentire i dettami del Cremlino, tanto che a distanza di poco tempo ha accusato il governo al potere di aver inviato alcuni uomini a casa sua, durante la notte, per provare a persuaderlo. Nel 2013 viene accusato di essere a bordo (in qualità di autista) della Mercedes che si è scagliata contro un ufficiale di polizia nel cuore di Mosca.

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Il successo di Telegram

Dopo aver abbandonato la Russia Pavel Durov si trasferisce a New York insieme al fratello. Lì alza il velo da una delle invenzioni che lo hanno reso famoso in tutto il mondo: Telegram. Qualcuno sostiene che ogni mese il 33enne spenda 1 milione di dollari per mantenere in vita l'applicazione di messaggistica. Un seguito che nei fatti, però, ripaga: 100 milioni di utenti attivi al mese, secondo una stima del 2010. Dietro Telegram, però, non è tutto oro ciò che luccica. Grazie alla crittografia, l'applicazione è stata spesso accusata di consentire le comunicazioni di gruppi di terroristi o di malintenzionati. E le critiche sono ricadute proprio su Pavel Durov, che fra i "nemici" con cui deve fare i conti vede anche la presenza di Theresa May, premier britannica, che in un recente discorso ha detto: "Telegram è diventata la casa di criminali e dei terroristi". Dall'imprenditore russo, al momento, nessuna reazione.

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