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Rimborsopoli M5S, Cecconi non rinuncia al seggio: “Il documento di Di Maio? Carta da culo”

Coinvolto nello “scandalo Rimborsopoli”, l’ex pentastellato Andrea Cecconi promise di rinunciare alla candidatura e firmò il documento impostogli da Luigi Di Maio. A poche settimane dalle elezioni, il deputato però pare aver cambiato idea: “Ho firmato con Luigi un impegno che prevedeva le mie dimissioni una volta eletto, ma poi ho anche chiamato una mia amica in Cassazione e lei mi ha detto che quel documento lo posso anche cestinare. Insomma, è carta da culo”.
A cura di Charlotte Matteini
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Pochi mesi fa venne coinvolto nello scandalo "Rimborsopoli" e firmò una dichiarazione di intenti promettendo di rinunciare al seggio parlamentare in caso di elezione. Ma l'ex pentastellato Andrea Cecconi pare aver cambiato idea e nonostante la promessa, oggi fa dietrofront e dichiara che non rinuncerà affatto al suo seggio e sembra inoltre non intenzionato a presentare le dimissioni da parlamentare perché quel documento impostogli da Luigi Di Maio sarebbe "carta da culo". Nella prima giornata della nuova legislatura, il deputato Cecconi spiega infatti ai cronisti: "Ho firmato con Luigi un impegno che prevedeva le mie dimissioni una volta eletto, ma poi ho anche chiamato una mia amica in Cassazione e lei mi ha detto che quel documento lo posso anche cestinare. Insomma, è carta da culo. Io posso anche presentarle le mie dimissioni, ma devono essere votate dalla Camera e questo non accadrà mai, lo sappiamo tutti". Cecconi, insieme al senatore Carlo Martelli, fu tra i primi esponenti pentastellati coinvolti nell'inchiesta condotta da Le Iene. Stando a quanto documentato da Filippo Roma e successivamente acclarato dai controlli effettuati da Luigi Di Maio, Andrea Cecconi aveva trattenuto per sé circa 21.000 euro di rimborsi spese facendo finta di bonificare la somma al fondo per il microcredito istituito presso il Mef e successivamente revocando la disposizione.

Scoperto da Le Iene grazie a una fonte anonima, Cecconi ha provveduto a saldare l'ammanco e a promettere la rinuncia al seggio: "Per mettermi in regola con le restituzioni. Il ritardo è stato dovuto a motivi di natura personale che penso che nessuno possa essere in grado di giudicare. Ho rinunciato a 75.000 euro di rimborsi e restituito quasi 120.000 euro in questi anni, e questo nessuno può togliermelo, so però di aver fatto una mancanza nei confronti degli iscritti del MoVimento 5 Stelle, anche se la mia coscienza è pulitissima perché ho restituito fino all'ultimo centesimo come promesso. I probiviri decideranno sul procedimento disciplinare nei miei confronti e sulla sanzione da comminare. Sono sereno e accetterò ciò che stabiliranno. In ogni caso vi comunico che ho già deciso di rinunciare alla mia elezione. Il 4 marzo cederò il passo e andranno avanti gli altri candidati che trovate nel listino", scrisse su Facebook poche settimane fa. Ora però pare aver cambiato idea.

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