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Che fine ha fatto la legge sulle chiusure domenicali che doveva essere approvata entro fine anno?

La legge promessa da Di Maio e dal Movimento 5 Stelle e tanto attesa da milioni di lavoratori non sarà approvata a breve. In Parlamento sono attualmente depositate in tutto 6 proposte di legge, di cui una della Lega e una del Movimento 5 Stelle, ma nonostante ciò difficilmente si riuscirà a raggiungere l’obiettivo entro l’anno, come annunciato, e forse entro Natale si potrà ottenere la sola approvazione alla Camera dei Deputati.
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A cura di Charlotte Matteini
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Qualche mese fa, il ministro Luigi Di Maio decise di intervenire sulla polemica relativa alle aperture domenicali e festive indiscriminate di negozi e centri commerciali promettendo che il governo si sarebbe occupato della questione e avrebbe lavorato per modificare la legge Monti che prevede la totale liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali. Durante un incontro tenutosi di fronte al Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 20 giugno, il ministro Di Maio, rispondendo a una domanda del sindacalista Francesco Iacovone, dichiarò che sicuramente il governo avrebbe rivisto la normativa sulle liberalizzazioni.

"Di Maio lo aveva annunciato in campagna elettorale e lo ha confermato oggi su mia precisa domanda, durante il presidio dei lavoratori della logistica Conad sotto al del Ministero dello Sviluppo Economico. Ora attendiamo l’incontro e le proposte per una nuova legge che metta al riparo i lavoratori del commercio dalla precarietà, dallo sfruttamento e dall’alienazione dei tempi di vita, arguiti dal decreto Monti", spiegò Iacovone all'epoca. Da quel momento, però, nessuno si è occupato attivamente della tematica se non diffondendo dichiarazioni.

Lo scorso settembre, il Movimento 5 Stelle, tornando sulla questione, dichiarò: "In materia di commercio, sicuramente entro l’anno, approveremo la legge che impone lo stop nei fine settimana e nei giorni festivi ai centri commerciali, con delle turnazioni e l’orario che non sarà più liberalizzato, come fatto dal governo Monti. Quella liberalizzazione sta infatti distruggendo le famiglie italiane. Bisogna ricominciare a disciplinare orari di apertura e chiusura". 

A poche settimane dalle feste natalizie e dalla fine dell'anno, che fine hanno fatto le promesse di Di Maio e del Movimento 5 Stelle sulle chiusure domenicali? A quanto pare, si va verso un nulla di fatto e molto probabilmente la legge promessa e tanto attesa da milioni di lavoratori non sarà approvata a breve. In Parlamento sono attualmente depositate in tutto 6 proposte di legge, di cui una della Lega e una del Movimento 5 Stelle, ma nonostante ciò difficilmente si riuscirà a raggiungere l'obiettivo nel breve periodo come promesso, al massimo entro Natale si potrà ottenere la sola approvazione alla Camera dei Deputati.

"Ieri è stato il primo dei giorni festivi che ci avvicinano al Natale e delle promesse del Ministro Luigi Di Maio se ne è persa traccia. Molti si domandano che fine abbia fatto la proposta di legge sull'abolizione del decreto Monti e fonti di Governo dicono di sperare che entro Natale sia approvata almeno alla Camera. E aggiungono che sarà la mediazione delle 6 proposte giacenti in Parlamento, e della recenti audizioni in Commissione. Insomma, potrebbe uscirne una legge svuotata del suo impianto e significato", spiega Francesco Iacovone, sindacalista del Cobas nazionale Lavoro Privato.

"Mario Monti ha fatto un decreto in quattro e quattr'otto che ha portato un intero settore all'inferno e il Governo del cambiamento per Natale spera che la proposta di legge passi almeno l’esame della Camera? No, non è un buon auspicio e mi fa pensare che la mediazione sia complicata e che le multinazionali del commercio stiano mettendo sul piatto tutto il loro peso specifico. Luigi di Maio faccia una dichiarazione sulle sue vere intenzioni perché le sue promesse me le ha fatte viso a viso e le hanno ascoltate milioni di lavoratori del settore, che proprio come i no TAP lo avevano votato in larga parte per cambiare questo stato di cose e lo strapotere delle multinazionali. La notte di Ognissanti un lavoratore è morto nel centro commerciale Portello di Milano, e nemmeno in quel caso si sono abbassate le serrande in segno di rispetto della giovane vita di un operaio 18enne. Questo settore ha bisogno di essere regolamentato oggi. I tempi che si prospettano e l’iter parlamentare incerto potrebbero palesarci l’ennesima promessa mancata", conclude Iacovone.

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