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Salvini parla di “falsa rivoluzione”, Ucraina protesta e convoca l’ambasciatore italiano

In una intervista al Washington Post, il ministro degli Interni Matteo Salvini aveva parlato di una “falsa rivoluzione” in Ucraina e si era detto certo che dietro le proteste contro la Russia vi fossero i finanziamenti di potenze occidentali. Oggi la replica dell’Ucraina, che ha convocato l’ambasciatore italiano per chiedere chiarimenti.
A cura di Redazione
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Aveva fatto molto discutere la posizione espressa da Matteo Salvini in relazione alla questione Russia – Ucraina, che ha dato vita a un conflitto che sostanzialmente prosegue dal 2014. Il vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno, nel corso di una intervista al Washington Post, aveva espresso posizioni filorusse e fedeli alla "linea" putiniana, rilanciando una ricostruzione della vicenda che chiamava in causa responsabilità di potenze straniere nel caos determinatosi in Ucraina dopo la decisione russa di avviare un processo di riannessione della Crimea. "Ci sono alcune zone storicamente russe, con la cultura e le tradizioni russe che appartengono legittimamente alla Federazione Russa", aveva commentato Salvini, parlando anche del referendum con cui "il 90% della popolazione ha votato per il ritorno della Crimea nella Federazione Russa".

Ma non solo, perché Salvini aveva parlato chiaramente di "falsa rivoluzione" in Ucraina, dicendosi certo del fatto che fosse stata finanziata da "potenze straniere". Considerazioni che erano state smentite immediatamente dallo stesso Washington Post (che in una nota aveva spiegato come non esistesse alcuna prova all'accusa di Salvini), e che hanno determinato un brusco peggioramento dei rapporti diplomatici tra Italia e Ucraina. Oggi, infatti, il ministero degli Esteri ucraino ha diramato una dura nota con la quale critica Salvini per le parole rilasciate nel corso dell'intervista al quotidiano statunitense e chiede urgenti chiarimenti all'ambasciata italiana:

Condanniamo la posizione del politico italiano come non basata su fatti reali e in contraddizione con i principi riconosciuti e le norme della legge internazionale. Per protestare e ricevere chiarimenti da parte italiana, il ministero degli Esteri ha invitato l'ambasciatore italiano.

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