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Anche San Marino ora indaga su Armando Siri: prestiti sospetti per oltre un milione di euro

Una banca di San Marino avrebbe concesso dei prestiti ad Armando Siri e ad un imprenditore a lui vicino per oltre un milione di euro. In entrambi i casi, i finanziamenti sarebbero contrari ai principi di gestione del credito e nasconderebbero la ricerca di un rapporto di favori fra istituto bancario e l’ex sottosegretario. A rivelarlo è L’Espresso, che nei prossimi giorni pubblicherà una serie di documenti collegati alle indagini.
A cura di Annalisa Girardi
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Su Armando Siri non pesano solo le inchieste delle procure di Milano, Roma e Palermo. Anche San Marino ora indaga sull'ex sottosegretario leghista. Come riporta l'Espresso, che pubblicherà il prossimo 28 luglio i documenti dell'indagine ispettiva, gli inquirenti stanno investigando su due "prestiti di favore a rischio elevato" concessi da una banca del microstato. Nel concedere un finanziamento di oltre un milione di euro al ex sottosegretario Siri, sarebbero state commesse delle "violazioni sistematiche" delle regole creditizie. Nello specifico, si tratterebbe di 750 mila euro direttamente intascati da Armando Siri, quando ancora ricopriva ancora l'incarico presso il ministero dei Trasporti, e altri 600 mila diretti invece ad un imprenditore molto vicino all'ex sottosegretario. Secondo gli ispettori della Banca Centrale di San Marino, entrambi i finanziamenti in questione sarebbero "contrari ai principi di sana e prudente gestione del credito". La stessa valutazione è anche confermata dall'Agenzia anti-riciclaggio. In seguito a diversi mesi di indagini, è stata presentata una denuncia e gli atti sono stati trasmetti alla procura di Milano.

Da questi, risulterebbe che il prestito non aveva motivazioni finanziarie, ma sarebbe stato il risultato di una ricerca di un rapporto di favori fra la banca e il senatore. Secondo gli investigatori, inoltre, sarebbero spariti importanti documenti riguardanti il prestito. Le indagini erano iniziate in seguito all'acquisto con un mutuo acceso presso una banca di San Marino da parte di Siri di una palazzina nella periferia milanese e intestata alla figlia dell'ex sottosegretario leghista. Era stato proprio il notaio che aveva stipulato l'atto di compravendita a segnalare il sospetto di un'operazione di riciclaggio. La banca di San Marino, ora coinvolta, è  in questo caso accusata di aver omesso nella pratica di concessione del prestito, i dettagli riguardanti la condanna per bancarotta fraudolenta arrivata a Siri quando, lo scorso anno, si candidò a palazzo Madama con il partito di Matteo Salvini. In quell'occasione, Siri aveva patteggiato in seguito al fallimento di una società a lui intestata, accusata anche di evasione fiscale. La banca, nel concedere l'ingente prestito, avrebbe celato queste informazioni in modo da non ostacolare il finanziamento.

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