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Giornalisti de La Stampa, il Fatto e Repubblica trattenuti dalla Finanza: indagavano sulla Lega

La condanna di Ordine e sindacato dei giornalisti: “Il comportamento intimidatorio messo in atto da magistratura e polizia giudiziaria nei confronti dei colleghi impegnati a illuminare una delle vicende più oscure di questi ultimi anni”
A cura di Redazione
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Ferruccio Sansa de Il Fatto QuotidianoMarco Preve de La Repubblica e Matteo Indice de La Stampa sono stati trattenuti per tre ore in una caserma della Guardia di Finanza di Bolzano, interrogati dalle forze dell’ordine perché stavano indagando sui presunti flussi finanziari della Lega. La richiesta di trattenere e interrogare i cronisti è stata fatta dalla Procura di Genova. I tre giornalisti stavano cercando di reperire informazioni su una presunta vicenda di riciclaggio, con una potenziale truffa ai danni dello Stato, per ben 48 milioni di euro.

Fnsi, Associazione Ligure Giornalisti, Ordine Ligure dei Giornalisti e Gruppo Cronisti Liguri hanno condannato , in una nota, “il comportamento intimidatorio messo in atto da magistratura e polizia giudiziaria nei confronti dei colleghi impegnati a illuminare una delle vicende più oscure di questi ultimi anni, riportando aggiornamenti importanti e di sicuro interesse pubblico su un’indagine finanziaria che riguarda riciclaggio conseguente a truffa ai danni dello Stato nel percepimento di 48 milioni di fondi pubblici”. “Sorprende la scelta muscolare di magistratura e polizia giudiziaria, il loro tentativo di imbavagliare l’informazione e imbrigliare la libertà di stampa”, conclude la nota. Anche il Sindacato giornalisti e l’Unione cronisti del Trentino Alto Adige hanno diffuso una nota per esprimere “solidarietà ai tre colleghi del Fatto Quotidiano, La Repubblica e La Stampa, inviati a Bolzano per seguire l’indagine della Procura di Genova sui flussi finanziari della Lega, identificati dalla Guardia di finanza, convocati e trattenuti in caserma per tre ore per rispondere, su richiesta della procura genovese, di alcuni articoli” e “condannano il comportamento intimidatorio messo in atto da magistratura e polizia giudiziaria”.

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